Ho pubblicato su Itch.io un piccolo gioco fanmade ispirato alla storia di Deep in The Boys.
Un gioco semplice, veloce, print&play. Potete scaricare file e carte e provarlo.

L’idea segue un po’ il vecchio adagio del sempre apprezzabile Rise of the Videogame Zinesters, il libro di Anna Anthropy.
Lì viene detto che chiunque potrebbe e dovrebbe sperimentare con i (video)giochi, per le ragioni più disparate.
Nel mio caso, questo piccolo gioco su Deep di The Boys nasce per aiutarmi a mettere a terra un po’ di riflessioni che sto portando avanti da mesi.
Le ho inserite anche nel file su Itch, ma le riporto anche qui sotto.
Vari spunti di riflessione che mi hanno portato a questo gioco
Questo gioco si inserisce all’interno di una serie di riflessioni più ampie che sto portando avanti da diverso tempo e che hanno finito per intrecciarsi qui.
Una di queste riguarda, in ottica di storytelling e narratologia, il perdono. Legato all’arco di trasformazione e al punto di vista (ma vediamoli uno alla volta).
Quali personaggi possono e non possono essere perdonati?
Per curiosità, nel corso del tempo, ho letto un gran numero di conversazioni legate a The Boys. Ho notato che Deep è generalmente “non perdonabile”. Forse anche meno di Homelander.
Ho anche cercato tra le fanfiction. Ce ne sono alcune in cui Homelander diventa buono (per quanto la maggior parte sian dei mezzi isekai stile “un tizio si reincarna in Homelander”), ma nessuna con Deep che si redime. Nonostante ci siano un discreto numero di fanfiction legate a Deep (la maggior parte sono storie omoerotiche in cui fa coppia con Homelander, con A Train o altri, per inciso).
Poi può essere che da qualche parte ci sia una fanfiction che va in quella direzione. Io non l’ho trovata. Nel caso, segnalatemela voi.
Fatto sta che, per portare avanti la riflessione a uno step successivo, mi ero messo io stesso a scrivere una sorta di fanfiction.
Era un modo per riflettere meglio su questo discorso e sui successivi che andrò poi a sviluppare, visto che sono tutti collegati.
Se mai finirò di scriverla, vedrò anche di aggiungerla agli altri materiali qui presenti, per inciso.
Ma il punto di fondo è questo: immaginando di 1) tenere Deep il più possibile vicino all’originale e 2) immaginare una storia che abbia una sua commerciabilità ipotetica, le scelte si riducono.
dopo l’episodio tra Deep e Starlight (quello in cui lui la forza a succhiarglielo), Deep sarebbe redimibile ma non perdonabile.
Vi dirò anche che sarebbe stato uno sviluppo interessante da vedere nella serie, con un Deep che aiuta i buoni (o perlomeno che si pone come neutrale), senza per questo avere il perdono di Starlight.
Potenzialmente quello che si sta vedendo con A Train. Ho il sospetto che finirà tutto a “tarallucci e vino”, dimenticandosi tutto ciò che A Train ha fatto di male, ma magari la quinta stagione riserverà sorprese.
Ma torniamo a Deep.
Ormai non è più nemmeno redimibile. Non avrebbe alcun senso aspettarselo. Deep è come don Rodrigo: ha avuto le sue occasioni per cambiare strada, ma le ha ignorate. «Don Rodrigo si svegliò don Rodrigo», scriveva Manzoni. E Deep si risveglia sempre Deep. Gli viene negato un arco di trasformazione. Anzi, possiamo dire che ne abbia uno peggiorativo.
Ha un discreto numero di occasioni che potrebbero scatenare in lui un cambiamento. Lo si vede bene soprattutto quando lo spediscono a Sandusky. Ma anche dopo quel periodo ci sono ancora un po’ di spiragli, che lo avrebbero reso – come detto – probabilmente non perdonabile, ma redimibile.
E se invece tornassimo indietro?
In quella sorta di fanfiction che stavo abbozzando, il cambiamento si è inserito nell’episodio con Starlight. Deep ha la tentazione di compiere quel gesto, ma all’ultimo momento si ferma.
Che cosa otteniamo da lì in poi, con questo cambiamento? Un personaggio profondamente tragico.
«Oreste, insomma, diventerebbe Amleto», scriveva Pirandello nel Fu Mattia Pascal. E anche Deep diventerebbe un po’ Amleto. O anche meno di Amleto. Il personaggio di una tragedia moderna.
Deep è un inetto. È stupido. Non sa prendere decisioni e quelle che prende sono tutte sbagliate. Anche quando il suo cuore lo spinge nella direzione giusta (aiutare gli animali marini) finisce sempre per combinare guai. Nonostante sia uno dei Sette rimane una macchietta. Ha un rapporto orribile con il suo corpo e le sue branchie lo disgustano. Non ha amici.
Togliamo quello che è il suo “peccato originario” nella serie e diventa un “uomo medio”. Non nel senso della tragedia classica (come detto, siamo nel tragico moderno), in cui si intendeva un uomo che fosse per l’appunto nella media (né disprezzabile né troppo perfetto). Lo intendiamo alla Homer Simpson, tanto per capirci.
Homer ha mille difetti. È pigro, svogliato, ignorante e molto altro ancora. Ma nonostante gli ampi margini di miglioramento è un uomo buono, che ama la sua famiglia. L’immagine “do it for her” è diventata iconica non per caso.
E qui riprendiamo il discorso del punto di vista.
Assumere il punto di vista di Homer Simpson (o di qualsiasi altro “inetto”, sceglietene voi uno) è facile. Siamo generalmente portati a empatizzare con lui. Per far empatizzare un ampio pubblico con Deep servirebbe un’abilità narrativa molto più forte. Più ci si allontana infatti da quello che è il sentire comune legato alla morale, più diventa difficile entrare in sintonia con un personaggio. Non impossibile, certo. Anzi, c’è proprio una sorta di tentazione, davanti a figure che dovrebbero essere detestabili, ma che rivelano una qualche forma di grandezza e sono descritte magistralmente.
Penso a don Mariano Arena, il mafioso del Giorno della civetta di Sciascia, che peraltro è una delle mie opere preferite. Arena è indubbiamente il “cattivo”, ma lo stesso protagonista del romanzo (il capitano Bellodi) riconosce che è una figura carismatica. Anche il lettore può potenzialmente essere “tentato” dalle parole di questo capomafia.
E per quanto non raggiunga le vette altissime di don Mariano Arena, anche Homelander è così. Perlomeno nelle prime stagioni. Ho letto più volte che “chi apprezza Homelander è troppo stupido per capire che è il cattivo” o cose del genere. Lo trovo un commento più che semplicistico. La maggior parte delle persone ha capito benissimo che Homelander è il cattivo. Ma Homelander è un cattivo carismatico, dal quale è molto facile essere tentati. Anche perché, ammettiamolo, la stragrande maggioranza delle persone sarebbe esattamente come lui, se avesse i suoi stessi poteri. Qualcuno un po’ meglio, qualcuno un po’ peggio, ma gran parte della popolazione non si allontanerebbe troppo dal suo modello.
Il povero Deep non è Homelander, però. Non ha nulla di grandioso, è semplicemente stupido e meschino. Per identificarsi più facilmente in lui occorre togliere di mezzo quello che è giudicato da molti come il suo gesto peggiore. A quel punto diventa il tragico e sfortunato personaggio a cui può essere concesso perdono e redenzione. A quel punto il ventaglio delle possibilità si apre, per esempio andando a immaginare che Deep si faccia influenzare in positivo da Starlight e che, pur con le sue modalità da “sempliciotto”, vada a compiere un arco di trasformazione positivo.
Due parole sul gioco
Quanto detto più sopra si lega alle riflessioni preliminari su Deep e The Boys, ma nel progettare il gioco ho fatto delle scelte differenti, pur mantenendo come centri di interesse i punti indicati in precedenza: il perdono, l’arco di trasformazione e il punto di vista.
Il gioco è volutamente caratterizzato da una forte asimmetria. Se si volesse ragionare in termini di “vittoria”, è difficile far “vincere” Deep. Numerosi fattori remano contro di lui e anche se dovesse fare tutto “giusto”, alla fine sarà sempre la controparte a esprimere l’ultima parola.
Questo perché non è un discorso di vittoria o sconfitta ma di giudizio. Anzi, uscendo dalle logiche del gioco, c’è chi potrebbe persino vedere come una “sconfitta” la riabilitazione di Deep.
Un punto su cui ho riflettuto parecchio è la Consapevolezza. In teoria è un qualcosa di interno, non dovrebbe esser legato alla valutazione esterna di Starlight. Ma in realtà la cosa ha un suo senso. Nella serie, Deep è praticamente sempre eterodiretto: tutto ciò che fa è influenzato dall’esterno (Homelander, Vought, la Setta… persino le sue branchie sono qualcosa di altro da lui nella scena allucinatoria in cui dialoga con loro). Ha quindi senso che la sua Consapevolezza sia legata a un giudizio esterno.
Aggiungo che avere due personaggi di finzione aiuta a mettere una sorta di filtro che rende più approcciabili i vari discorsi proposti, anche grazie alle assurdità tragicomiche che Deep va a compiere nella serie originale.
Per curiosità ho voluto anche fare qualche test con delle IA, impostando le personalità di Deep e di Starlight. Perlomeno l’IA che ho utilizzato tende al perdono più o meno in ogni circostanza, se la si lascia libera (ho fatto test anche con personaggi e situazioni differenti, per inciso).